CHI DI LIBRO FERISCE…
CHI DI LIBRO FERISCE…

CHI DI LIBRO FERISCE…

Di Paolo Mathlouthi

I libri sono dotati di vita propria. In questi anni trascorsi a setacciare labirintiche biblioteche e librerie dell’usato alla spasmodica ricerca di edizioni fuori commercio e testi sconosciuti ai più, spinto magari dall’intento, neanche troppo segreto, di strapparli all’oblio e riportarli alla luce, mi sono fatto persuaso, come direbbe il commissario Montalbano, che siano loro a scegliere i lettori e non viceversa. Sono oggetti arcani, misteriosi, che vanno maneggiati con cura e non devono essere aperti senza le dovute cautele. Al pari degli uomini che li hanno scritti, i libri recano impresse sulle proprie pagine le tracce indelebili delle vicende storiche che hanno attraversato e delle quali, spesso, sono stati protagonisti attivi. Messi all’indice, arsi sul rogo o branditi come fossero armi, sono sempre e comunque testimoni di un’epoca. Alcune volte, volubili e dispettosi, si sottraggono alla vorace attenzione dei lettori e, dimenticati dall’incuria di proprietari distratti e autori troppo severi con se stessi in un cassetto o sul fondo di un baule, oppure abbandonati sul sedile di un tram sferragliante per le strade di Mosca, come Davide Brullo ci racconta nel suo bellissimo Un alfabeto nella neve a proposito del fantomatico epistolario tra Boris Pasternak e Marina Cvetaeva, attendono di essere riscoperti da bibliomani incalliti che s’incaricano d’infondere in loro nuova linfa. 

Se Marguerite Yourcenar ha smarrito in una stanza d’albergo di New York il dattiloscritto delle Memorie di Adriano che le sarebbe stato restituito solo dieci anni dopo, l’originale de Il cavaliere di Saint – Hermine di Alexandre Dumas, romanzo considerato fino a pochi anni fa irrimediabilmente perduto, ha atteso per più di cento anni nei polverosi recessi di un castello della Boemia che Claude Schopp lo scovasse e ripubblicasse nel 2007. Per inseguire i libri nelle loro rocambolesche peripezie lungo le strade di questo e altri mondi, bisogna essere provvisti di una particolarissima predisposizione d’animo. È necessario armarsi di una buona dose di rabbiosa ostinazione, intuito, biblica pazienza e, quando le circostanze lo richiedono, sconsiderata follia e sprezzo del pericolo. Tutte doti che sembrano essere più consone a John Silence e a Corto Maltese che a un letterato nell’accezione canonica del termine.

Leggendo in questi giorni Bibliokiller!, gustosissima silloge di racconti weird accolta da Camilla Scarpa nella scuderia Aspis e presentata in anteprima durante l’ultima edizione di Marginalia, tenutasi a Milano nel marzo scorso, non ho potuto fare a meno di pensare che l’Autore, Simone Berni, bibliofilo e bibliomane coltissimo e raffinato che rivaleggia in enciclopedica erudizione con il nostro comune amico Antonio Castronuovo in quella che è a tutti gli effetti una partita a scacchi tra giganti, abbia più di qualche somiglianza con un celeberrimo personaggio letterario, scaturito dalla fantasia dello scrittore Arturo Perez Reverte e immortalato sul grande schermo da Roman Polansky con le iconiche fattezze di Jhonny Depp. Autenticatore di libri rari tra i più esperti e quotati, Lucas Corso viene ingaggiato da un magnate dell’editoria per rintracciare le copie superstiti di un testo famigerato, Le Nove Porte del Regno delle Ombre, scritto nel 1667 dal satanista e occultista Aristide Torchia, accusato dalla Santa Inquisizione di aver inserito nel libro una serie di xilografie desunte dal Delomelanichon, immaginario grimorio che la tradizione ritiene scritto dal Lucifero stesso, la corretta decifrazione delle quali servirebbe ad evocare l’Oscuro Sire in persona. Non ci è dato sapere se anche Simone Berni abbia, nel corso delle sue indagini bibliografiche, incrociato i passi di ereditiere fascinose e pericolosissime come Claudia Telfer, che seduce il protagonista del romanzo Il club Dumas per sottrargli il misterioso volume, ma di sicuro anche lui, esattamente come il buon Corso, è avvezzo a maneggiare con spericolata noncuranza libri maledetti e a scriverne con consumata perizia.

Se la vicenda di Edmund Bailey, narrata nel secondo dei due racconti che compongono la raccolta, rievoca, attraverso il gioco di specchi delle identità fittizie, le atmosfere care a Leo Perutz e Gustav Meyrink, è di sicuro Tobia Sanders il personaggio sul quale si è soffermata maggiormente la mia attenzione. Autore di un testo vincolato ad una profezia apocalittica, le copie del quale vengono recapitate agli abitanti di Pleasant Grove, villaggio lovecraftiano sperduto nel cuore dell’America profonda, innescando una vera e propria psicosi collettiva dagli esiti inattesi e sorprendenti, l’alter ego di Simone Berni rivela un’insospettabile e azzeccatissima consanguineità (tanto più gradevole per il lettore proprio perché involontaria) con Bernhard Fuchs, mefistofelico protagonista del romanzo Il Diavolo nel cassetto, dato alle stampe dallo scrittore goriziano Paolo Maurensig poco prima della sua scomparsa. Anche in questo caso la vicenda si svolge in un recondito recesso, Dichtersruhe, un paesino arroccato tra le pendici delle Alpi svizzere balzato agli onori della cronaca per aver offerto in tempi remoti ospitalità a Goethe. Preannunciato da un anomalo proliferare di volpi che, fattesi temerarie, escono nottetempo dai boschi girovagando per le strade del borgo, Satana si palesa vestendo i panni di un editore di Lucerna e semina il panico tra gli abitanti del posto facendo leva sulla loro vanità e sul desiderio che li consuma di vedere pubblicati i romanzi ai quali da anni ciascuno di loro si dedica, rinfocolando in tal modo ataviche inimicizie familiari rimaste troppo a lungo sopite. Giunti a questo punto Maksim Gorkij chioserebbe che ciò che per gli uomini è motivo di ossessione suscita grande gioia nel Demonio. Che si sia scrittori o editori, una cosa è certa: l’arte di saper usare le parole è una faccenda maledettamente seria, così seria da scomodare nientemeno che l’Angelo Caduto. E Simone Berni sembra conoscerne tutti i segreti, anche quelli inconfessabili.

Simone Berni, Bibliokiller!, Aspis Edizioni, Milano 2025; pag. 206 € 14,00