Comandante: l’Italia non ha mai tradito
Comandante: l’Italia non ha mai tradito

Comandante: l’Italia non ha mai tradito

“Voglio che i miei marinai guardino bene in faccia il nemico perché esso sappia che non temiamo la morte per amore d’Italia” (Comandante Todaro)

Comandante è un film dell’autunno 2023 di E. De Angelis con protagonista l’attore Favino nel ruolo di Salvatore Todaro, nato a Messina nel 1908 e comandante del sommergibile Comandante Cappellini durante il secondo conflitto mondiale.

Il film ha incontrato il supporto e l’ausilio della Marina Militare, che ha fornito l’accesso ai suoi archivi e ai diari di bordo del “Cappellini”, mentre De Angelis ha dichiarato di essersi interessato alla vicenda in seguito alla controversia tra l’ammiraglio Giovanni Pettorino e il governo Conte I, in cui l’ammiraglio irrise il politico a 5 stelle Toninelli ricordando l’esempio storico di Todaro, del piroscafo belga Kabalo e le tradizioni della scuola militare marittima tricolore.

Lo scenografo Guarino ha collaborato con l’ingegnere meccanico Nicola Ferrari per la progettazione di un sistema a puntoni per permettere al sommergibile di galleggiare nel bacino dell’Arsenale militare di Taranto e poi farlo navigare in mare; gli interni sono stati ricostruiti a Cinecittà World, utilizzando come materiale di partenza un U-Boot restaurato per un altro film dei primi anni del 2000. Le riprese si sono svolte a Taranto nell’Arsenale militare della Marina. Tutte le vicende sono storicamente certe, il film è fedele nella sua trama rappresentativa e concettuale al modello sperimentale del Neorealismo italiano. Auspichiamo che esso sia il primo di una lunga serie dedicata all’eroismo italiano nei fronti delle Due Guerre e delle epiche lotte per l’Unità della patria, su cui mai potremo transigere né per europeismo né per regionalismo; peraltro mostra perfettamente che l’Italia non ha mai tradito, sempre è stata tradita, e che infine un piccolo e viscido pugno di traditori al servizio degli antagonisti storici sul nostro Mediterraneo (Francia, Gran Bretagna) non possono comunque cancellare le rituali e religiose azioni di amore nazionale Italiano che, tra il 1940-1945, non stupirono solo i nostri nemici ma anche gli alleati e il mondo interno: da Bir El Gobi a El Alamein, da Nikolaevka al più alto tributo di sangue mai dato da un reparto militare femminile nella infinita storia militare (Saf), l’Italia non ha mai tradito ma sarà infine tradita.

Attualità di un messaggio

Il senso attuale del messaggio del comandante Todaro è perciò da vedersi in particolare in uno dei suoi ultimi discorsi ai suoi marinai in cui sviluppa l’Autocoscienza ideale e nascosta degli individui come Autocoscienza nazionale italiana; nel dramma, nella tragedia, nella morte è possibile l’esperienza metafisica di questa Autocoscienza che va eroicamente oltre la soglia dell’illusione quotidiana e della scissione astratta dalla Comunità Nazionale. In questa dimensione l’Identità Nazionale Italiana possiede, a differenza di tutte le altre, una forza nascosta che è sì nazionale ma anche universale e trascendente i meri legami etnici o confessionali, tipicamente Mediterranea imperiale e Oceanica ben più che europea. Un’Identità che non può che fondarsi sul Sacrificio e sul senso mistico del Dovere, aliena dall’odierna logica materialista dei blocchi Est-Ovest, ma coerente, come insegna la tradizione italiana dal Risorgimento alla seconda guerra, con la pratica spiritualista – ben prima che geopolitica – della solidarietà morale estrema con gli oppressi (il sangue) contro l’oro (l’oppressione).