Socialisti omofobi e omosessuali nazionalisti
Socialisti omofobi e omosessuali nazionalisti

Socialisti omofobi e omosessuali nazionalisti

Di Lorenzo A. Angelaccio

Lo scandalo Krupp

Friedrich Alfred Krupp fu un ricchissimo industriale tedesco. Tra fine Ottocento e inizio Novecento era a capo delle acciaierie e delle fabbriche di armi della famiglia e morì improvvisamente nel novembre del 1902, ufficialmente per un malore, anche se circolarono fin da subito voci su un molto probabile suicidio. Ma perché Alfred Krupp avrebbe dovuto uccidersi? Tutto risaliva a uno scandalo scoppiato il mese precedente, il cosiddetto “scandalo Krupp”.

Krupp, infatti, era solito trascorrere lunghi periodi di soggiorno nell’isola di Capri, dove pare che l’industriale tedesco frequentasse i giovani locali in orge di cui tutti sapevano, ma nessuno diceva niente. Questo fino all’estate del 1902. Krupp iniziò a finanziare il partito clericale dell’isola e questo scatenò dei malumori nel partito anticlericale, che diffuse ad alcuni giornalisti le dicerie sulle scappatelle di Krupp. La situazione si aggravò il 15 ottobre del 1902, quando un articolo del quotidiano socialista La propaganda accusava il capitalista Krupp di corrompere la morale dei giovani dell’isola, adescandoli con la sua incredibile ricchezza.

L’articolo, intitolato emblematicamente “Capri-Sodoma”, scatenò una polemica con l’ala conservatrice, che difese invece Krupp. Polemica che si intensificò con ulteriori articoli anche del quotidiano Avanti! e che arrivò fino in Germania, sulle colonne del quotidiano socialista Vorwärts, che di fatto replicò le accuse italiane. Le accuse ad Alfred Krupp divennero accuse rivolte allo stesso Kaiser Guglielmo II, suo intimo amico (e che verrà coinvolto, nel 1907, in un ulteriore scandalo sessuale). Guglielmo II negò ogni accusa, così come aveva già fatto lo stesso Krupp: questo perché in Germania l’omosessualità era un reato punibile con il carcere e i lavori forzati, come nel Regno Unito. Tuttavia, questa professione di innocenza non parve bastare. Krupp, che probabilmente non resse la pressione, si suicidò nel novembre del 1902, anche se l’autopsia non venne mai eseguita.

La condanna dell’omosessualità

Di tutta la vicenda dello scandalo Krupp, però, è interessante un dettaglio che a prima vista potrebbe passare inosservato. Com’è possibile che quotidiani socialisti sia italiani, sia tedeschi, condannassero in maniera così netta la pratica dell’omosessualità? Da ricordare anche l’infelice affermazione che avrebbe scritto Edoardo Scarfoglio, marito di Matilde Serao, in un articolo pubblicato dal quotidiano Il mattino, in cui definiva Alfred Krupp “re dei cannoni e re dei capitoni”: riferimento alle ricerche sugli animali marini di cui Krupp era appassionato, ma anche triste presa in giro riferita alla sua omosessualità. Dichiarazione che al giorno d’oggi non faticheremmo a definire di cattivo gusto.

Per di più, in Germania il quotidiano Vorwärts si era sempre battuto per l’abolizione del Paragrafo 175, che sanciva l’illegalità dell’omosessualità, mentre in questa circostanza non faticò a definire Krupp un borghese “degenerato”. Questo corto circuito si completa inoltre con la difesa, da parte dello stesso Kaiser, dei costumi sessuali di Krupp, mentre fino a poco prima si era sempre scagliato con ferocia su chiunque fosse omosessuale.

È interessante, perciò, notare come in questa circostanza fosse avvenuto un completo ribaltamento delle categorie politiche e culturali valide ancora oggi, in cui il fronte progressista è tendenzialmente schierato a favore delle minoranze, mentre quello conservatore a difesa della moralità e dello status quo. Ma com’è possibile che sia avvenuto un tale corto circuito?

Omofobia e nazionalismo

Ciò potrebbe essere spiegato con un discorso di opportunità politica. Prima dello scandalo Krupp c’era una situazione sostanzialmente paragonabile a quella di oggi, in cui i socialisti si battevano per ottenere nuovi diritti, mentre la borghesia non aveva nessuna intenzione di cederli. Nel momento in cui un avversario politico dei socialisti ha mostrato un punto debole, quest’ultimi non hanno esitato ad attaccarlo: anche se questo punto debole rappresentava il diritto che essi stessi avevano sempre difeso.

Bisognava però trovare la giusta chiave di lettura, e allora non hanno attaccato Alfred Krupp in quanto omosessuale, bensì in quanto borghese e capitalista; l’omosessualità era in quest’ottica solo una degenerazione provocata dall’eccessiva ricchezza. Discorso che si inserisce nel concetto più ampio di “degenerazione”, all’epoca molto popolare in Germania, che poteva applicarsi tanto in riferimento alla borghesia quanto all’omosessualità. Allo stesso tempo, il fronte conservatore non poteva permettersi di ricevere attacchi del genere, per cui l’ipocrita difesa dell’omosessualità da parte del Kaiser e di tutta l’élite aristocratica tedesca era finalizzata alla difesa dei propri interessi.

Tuttavia, la situazione si complica con la presa di consapevolezza che il fronte socialista, sulla questione omosessualità, era tutt’altro che compatto. Gli stessi Marx ed Engels parlarono molto poco dell’argomento e, quando lo fecero, era in modo tutt’altro che lusinghiero. Engels in particolare era fortemente contrario all’omosessualità maschile, che collegava sia alla pederastia greca, sia alla già citata degenerazione dell’aristocrazia e della borghesia. Sostanzialmente, per Engels l’omosessualità era un vizio delle classi più agiate, da estirpare insieme a ogni loro altro privilegio. Posizione che verrà ripresa anche da Stalin, che nel 1933 reintrodusse nell’Unione Sovietica il reato di omosessualità dopo che in un primo momento era stato abolito nella maggior parte delle Repubbliche socialiste, e che verrà in parte emulata anche dal governo di Fidel Castro a Cuba.

Der Eigene di Adolf Brand

Allo stesso tempo, nella Germania tra i due secoli si sviluppò un movimento omosessuale molto particolare, basato su idee fortemente nazionaliste e misogine. Si tratta del cosiddetto movimento “mascolinista” capeggiato da Adolf Brand, che nel 1896 fondò Der Eigene: prima rivista omosessuale della storia. Le idee di Brand si opponevano specularmente a quelle di un altro movimento per i diritti omosessuali, capeggiato prima da Karl Heinrich Ulrichs – avvocato che per primo fece outing in pubblico – e Magnus Hirschfeld, medico a capo del Wissenschaftlich-humanitäres Komitee (Comitato scientifico-umanitario). Quest’ultimo professava un’idea progressista dell’omosessualità (chiamata all’epoca “uranismo”, termine coniato da Ulrichs) basata sul concetto di terzo sesso: idea che oggi viene considerata più affine alla transessualità che non all’omosessualità vera e propria.

Adolf Brand, che in un primo momento aderì a questo comitato, se ne distaccò proprio per una divergenza di vedute. Egli non si considerava un membro del “terzo sesso”, bensì un uomo in tutto e per tutto. Rifiutò in blocco quindi l’idea di un omosessuale “effeminato” opponendogli invece quella dell’omosessuale come uomo molto più virile di quello eterosessuale, che invece indulgeva nella “mollezza” del sesso femminile. Brand esaltava un’omosessualità mascolina, in cui si decantavano le virtù maschili disprezzando allo stesso tempo quelle femminili. Le donne venivano quindi rifiutate in blocco, non avevano nessun posto nella società prospettata da Brand: neppure quello di servire come sfogo per gli istinti sessuali maschili, che era invece il modo in cui ancora in quell’epoca gli uomini eterosessuali le vedevano.

lo scandalo krupp

Questo tipo di omosessualità appare quindi spiazzante ai nostri occhi. Un’omosessualità retrograda e conservatrice, che contrastava con la situazione di illegalità in cui versava, ma che ben si inserisce nel clima nazionalista che imperversava nella Germania dell’epoca: una nazione che di lì a poco sarebbe entrata nella tragedia delle due guerre mondiali.

La fluidità delle categorie culturali

Che insegnamento possiamo trarre dalla triste vicenda dello scandalo Krupp? Quello più evidente è di non fare affidamento sull’immobilità delle categorie sociali e culturali, che, come abbiamo visto, sono estremamente fluide. Un certo partito politico, un quotidiano, ma anche una singola persona, può arrivare a cambiare posizione sugli stessi argomenti molte volte nell’arco della sua esistenza. Per esempio, il Partito Democratico americano, all’epoca della Guerra di Secessione, era il partito conservatore e schiavista, mentre quello Repubblicano di Lincoln era progressista e liberale: situazione che, nel corso dei decenni, è progressivamente mutata fino a ribaltarsi completamente; e nella situazione politica attuale possiamo vedere un rovesciamento dell’asse “destra-sinistra” non molto diverso da questo.

Ragione per cui risulta sempre più necessario affrancarsi dalla logica politica tradizionale, in cui si sostengono schieramenti politici contrapposti con la stessa cieca ignoranza di come si sostengono le tifoserie calcistiche. Bisognerebbe invece iniziare ad abbracciare quelli che sono i principi che dovrebbero essere espressione di quegli schieramenti politici: principi che, invece, vengono messi del tutto in secondo piano in favore di campagne propagandistiche che mettono al centro non cosa si dice, bensì come lo si dice.

Fonte: Giovanni Dall’Orto, “Lo scandalo Alfred Friedrich Krupp a Capri” (http://www.giovannidallorto.com/krupp/krupp.html)