LA NOSTRA POSTURA DI FRONTE ALLA GUERRA
LA NOSTRA POSTURA DI FRONTE ALLA GUERRA

LA NOSTRA POSTURA DI FRONTE ALLA GUERRA

Primi orientamenti comunitari riguardo al conflitto in corso

di: Roberto Baldini

In tanti già hanno scritto sul conflitto in Ucraina. Le informazioni e i punti di vista sono costantemente sovra-alimentati. Questo ha fatto sì che mi interrogassi a lungo sull’esprimermi in merito. Ho deciso infine di non parlare del conflitto in sé, di tentare analisi, di fornire informazioni o indovinare strategie. Voglio parlare di postura.

Cosa significa adottare una buona postura? Significa riuscire a stare in equilibrio, di fronte alla crisi, allo sconvolgimento, alla terra che trema, mantenersi sufficientemente stabili per affrontare la marea che incombe. Oggi non sappiamo quale sarà l’evoluzione della guerra e quanto direttamente ci coinvolgerà, ma certamente questo fatto influirà sulle nostre esistenze in modo pesante, perchè viviamo in un mondo interconnesso, un mondo che dovrebbe insegnarci quanta responsabilità abbiamo e quindi quanta accortezza dovremmo avere prima di agire. Ovviamente non è così, o almeno non è così per i vecchi cravattari che governano il mondo e che sono pronti a sacrificare milioni di persone per i loro interessi, standosene al sicuro dietro le loro scrivanie. Le guerre sono decise da persone che si conoscono, ma combattute da persone che non si conoscono, non le  hanno decise e ne pagheranno le conseguenze. Questo già lo diceva Erasmo da Rotterdam ed è ancor più vero oggi. Nemmeno siamo usciti dalla pandemia, non piove in modo decente da mesi, eppure questi pensano al potere e al conflitto.

Questo lo dobbiamo considerare per avere bene in mente una cosa: non saranno né la NATO né tantomeno Putin a garantirci un futuro.

Cosa fare dunque? La prima cosa è mantenersi lucidi: la propaganda dell’una e dell’altra parte già si muove per identificare buoni e cattivi. Tutto questo è solo manipolazione e non ci serve. L’unica cosa che dobbiamo tenere a mente è c’è gente che muore, che avrà bisogno di aiuto e assistenza. Questa è verità. Così come è verità il fatto che nei prossimi mesi dovremo stringere la cinghia.

È fondamentale mantenersi informati da fonti affidabili, capaci di analisi complesse e equilibrate: (Esempio: La rivista di geopolitica “Limes” è una di queste, giornalisti o persone che vivono sul campo, Rangeloni ecc ), ma ne esistono altre.

Cerchiamo di condividerle, e raccoglierne.

Giratecele, così che possiamo raccoglierle sul nostro sito.

Teniamoci lontani da discussioni di geopolitica improvvisate.

Non stiamo parlando di una partita di calcio. Non siamo esperti. Il mondo è complesso e le guerre rendono tutto ancora più complesso. Moltissimi fattori entrano in campo e – per quanto abbiamo il legittimo desiderio e, per certi versi, il dovere di capire – non possiamo dominarli tutti. Accettiamolo e ricordiamoci che – se non siamo in grado di parlare con competenza di un argomento – esiste il silenzio.

Allo stesso tempo, evitiamo l’infodemia che ci porta a “seguire la guerra minuto per minuto”.  L’infodemia – ovvero la raccolta compulsiva e bulimica di informazioni – è uno dei mali dell’era  di Internet, e le gravi crisi come questa lo amplificano a dismisura. Osservare come se fosse uno spettacolo il movimento di ogni singola truppa non ci consente di avere uno sguardo equilibrato.  E’ solo un accumulo compulsivo, non ragionato, che non aumenta la nostra capacità di leggere i fenimeni. Certo, ci da una illusione di controllo, l’idea di essere capaci di fini analisi strategiche, di leggere nelle menti dei leader del mondo e comprendere quali macchiavellici piani stiano preparando (quando – temo – i leader mondiali sono molto meno intelligenti di quanto pensiamo). È solo una specie di pornografia, che ci toglie tempo ed energie.

Perchè è di energie che abbiamo e avremo bisogno. Per fronteggiare la crisi e aiutare per quanto possibile chi è stato duramente colpito dal conflitto. Oggi più che mai non ci si salva da soli.

Occorre fare rete, stringere legami fra singoli e associazioni, pronti a sostenersi nei prossimi mesi. Realtà reali, vere, presenti nel mondo, nella nostra prossimità, pronte ad agire concretamente, per aiutare chi avrà bisogno di cibo e di sostegno, senza  scialacquare risorse in mille canali inconcludenti. Soprattutto perchè, quando questo finirà, non dovremo ricostruire. Dovremo piuttosto inventare un mondo nuovo, fuori dalle logiche novecentesche in cui vivono i nostri attuali leader.

Bisogna organizzare comunità, realizzare alternative. Incrementare quello che è che il #progettoAurora.

Questo è il primo passo immediato.