Dialogo immaginario di un Professore e i suoi nuovi alunni
Dialogo immaginario di un Professore e i suoi nuovi alunni

Dialogo immaginario di un Professore e i suoi nuovi alunni

 

PREOFESSORE: Buongiorno, ragazzi, sono il vostro nuovo Professore di Italiano. So che vi sembrerà strano, sono molto giovane; potremmo tranquillamente incontrarci il sabato sera in un locale e finire insieme la serata, tra risate alcool e flirt.  Ma nonostante la giovane età, ho fatto un percorso di studi che mi ha cambiato, che mi ha insegnato non ad insegnare, bensì a capire, a cercare di andare sempre più a fondo, tra le righe di questa caleidoscopica realtà. Vorrei presentarmi come se fossi il venditore di un prodotto; una merce che si chiama Letteratura. Sì, perché per me è uno strumento che posseggo: leggere libri di qualità letteraria mi permette di avere un’arma segreta. Vorrei rendervi partecipi di tale scoperta che ho compiuto attraverso il tempo. Al liceo ero come tutti, anzi peggio della media: voti appena sufficienti e attenzione minima. Lo riconosco e lo ritengo necessario. Però, se avessi capito prima quanto nella vita è utile la letteratura, ora magari sarei più forte. La letteratura mi ha insegnato a distinguere, a scegliere sempre il mio punto di vista, pur ascoltando tutto il resto. Ad undici anni lessi per la prima volta Harry Potter. Lessi di questo ragazzo umile, speciale, con gli occhi chiari e un capello indomabile. Mi guardavo allo specchio e pensavo che fossi io Harry Potter, che la mia vita sarebbe potuta diventare la sua da un momento all’altro. Oppure volevo essergli amico; mi vedevo ad Hogwart’s con lui, me lo figuravo un po’ più bassetto di me e con una peluria simile ai baffi che spuntava appena sopra le sue labbra. Poi uscì il film ed Harry Potter ebbe un volto, il volto di Daniel Radcliffe. Ma nella mia testa era inaccettabile perché Harry Potter era altro dalle immagini che comparivano sul grande schermo. Harry Potter era dentro di me. Io e la mia fantasia eravamo gli unici veri maghi di Hogwart’s. Leggere significa scegliere, scegliere a chi appartenere, scegliere di stare dalla parte di se stessi. Leggere è inventarsi nuove vite parallele, non per fuggire dalla propria, ma per arricchirne il contenuto.

Leggere un libro lungo è una scelta. È scegliere di essere costanti, di far durare le cose nel tempo, senza farsi distrarre da altri elementi. C’è una parte della mia generazione che vorrebbe che le cose tornassero ad aggiustarsi, senza andare sempre alla ricerca dell’offerta migliore, vieni da me che ti prometto questo, poi una volta svanita la promessa? Non importa. Bisogna saper valutare, non mercifichiamo i rapporti umani. Vi faccio un esempio esagerato per cercare di spiegarvi perché secondo me i rapporti umani si sono mercificati. Sto da un anno alla Vodafone. Ho 2 giga e 200 min di chiamate. Tim mi scrive, mi dice che mi darà 4 giga e 300 min di chiamate. Poi passo davanti alle Tre, che mi propone 20 giga e chiamate illimitate. Da chi mi conviene andare? Pensate se fossero così anche i rapporti umani. Esco con Marco che ha una panda e mi porta a mangiare un kebab, mi scrive Lucia e mi dice che mi passerà a prendere con un’alfa e mi porta a dividere una bella pizza, paga lei. Poi passa Giovanni e dice che arriva con il Porsche e mi offrirà un sushi non all you can eat. Volete davvero crescere, diventare maturi? Fate durare le cose, aggiustatele, cambiate la moda non in base ai likes, ma in base al colore che si abbina di più ai vostri occhi…

ALUNNO1: Prof…?

PROFESSORE: Dica, si presenti e mi dica!

ALUNNO1: Sono Giulio, niente volevo solo dirti che se le tette sarebbe giga io andavo subito con Ilaria! Dove si firma il contratto, giuro che duro quanto vuoi!

(risata generale)

PROFESSORE: Apprezzo che, bene o male, lei sia riuscito a fare sua la metafora, ma credo che dovremmo fare un test di grammatica…

(panico generale brusio e voci isolate)

ALUNNO2: Ma come, Prof., è arrivato ora già un compito in classe? Che palle!

ALUNNO3: Ma su cosa? Però Prof. allora adesso basta perdere tempo con questi discorsi inutili, ci dica gli argomenti utili per il compito in classe…

PROFESSORE: Ma ragazzi, calma…

ALUNNO1: No, Prof. Basta parlare di cose assurde, spieghi la roba che ci serve per il compito in classe…Però prima posso andare in bagno?

PROFESSORE: Sì, vada…ma senza passarci minuti illimitati!

(risata generale)