Jannik Sinner: cosa possiamo imparare da lui
Jannik Sinner: cosa possiamo imparare da lui

Jannik Sinner: cosa possiamo imparare da lui

Domenica 31 marzo, il campione altoatesino Jannik Sinner ha battuto in due set il bulgaro Grigor Dimitrov nella finale del Miami Open. Vittoria schiacciante in due set che gli ha permesso di diventare il numero due della classifica ATP, dietro il serbo Novak Djokovic. Un risultato straordinario per un ragazzo di 23 anni non ancora compiuti, che ha ancora gran parte della carriera davanti a sé. Cosa possiamo imparare, quindi, dal campione che sta facendo inorgoglire la nostra Patria?

Tantissime cose, in realtà, ma una in particolare: ovvero la capacità di dare tutto sé stesso nel raggiungimento di un obiettivo. Jannik Sinner si è da sempre distinto grazie a una straordinaria devozione per la sua attività di tennista. Atteggiamento che non ha abbandonato neanche in questi ultimi mesi in cui è venuto alla ribalta e ha sperimentato una grande esposizione mediatica. Ciò non basta a renderlo unico. Tanti altri tennisti, nonché sportivi di altre discipline e artisti di successo, manifestano una predisposizione simile. Una perseveranza che ti spinge a dare il massimo anche nei momenti di difficoltà. Ciò che rende Sinner unico, invece, è il saper accompagnare questa devozione a una grande semplicità e umiltà.

Non possiamo ancora sapere con certezza se queste siano caratteristiche intrinsecamente sue o se siano una posa per attirare maggiori consensi. Questo ce lo dirà il tempo. Sarà difficile, infatti, mantenere un certo atteggiamento a lungo se non si è sinceri nel manifestarlo. Possiamo sapere con certezza, però, che la sua umiltà, unita alla sua perseveranza, sono un esempio per tutti noi che ci impegniamo nel raggiungimento di un qualsivoglia obiettivo.

Dare tutto sé stesso nella propria attività non è infatti cosa comune. Le difficoltà sono all’ordine del giorno, così come le tentazioni di una vita più comoda e agevole indotte da una società che ci vuole pigri e deboli… Ma Jannik Sinner ci insegna che, se si ha disciplina e costanza, i risultati arriveranno. E che non serve essere arroganti per sopraffare gli altri ed essere i migliori. Tutto il contrario. Chi è arrogante lo è perché sa di non essere il migliore, e cerca un modo per compensare questo suo senso di inferiorità. Sinner, invece, dimostra la sicurezza di chi è consapevole delle proprie capacità senza per forza doverlo rimarcare in continuazione.

Questo atteggiamento, però, non va confuso con una devozione al lavoro di stampo prettamente capitalistico. Un voler ottenere il successo solo per il fatto di dimostrare agli altri di esserne capaci, di poter ostentare la propria ricchezza o il proprio prestigio. Al contrario, l’atteggiamento di Jannik Sinner di cui sopra, che noi vogliamo prendere a esempio, è tutto l’opposto.

Sinner non gioca per il successo. Il successo è solo una conseguenza della devozione per la sua attività. Se fosse vero il contrario, avrebbe probabilmente già smesso di giocare, o si sarebbe adagiato su tutte le straordinarie vittorie che sta collezionando. Sinner continua invece a lavorare sodo su sé stesso perché è il solo modo che ha per fare quello per cui è nato.

Probabilmente è ancora presto per decidere se Jannik Sinner è un astro nascente che rimarrà a lungo a brillare nel firmamento, o se invece è una meteora destinata a scomparire. Noi chiaramente ci auguriamo la prima. Così che il nostro straordinario campione, oltre a continuare a realizzarsi, possa portare in alto il vessillo della nostra Patria e farlo sventolare fiero al di sopra di tutti gli altri. A dimostrazione di come il nostro Paese possa ancora essere in grado di sfornare eroi capaci di grandi imprese.