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Oggi è il 26 novembre, il primo di 364 giorni in cui non ci fregherà nulla di parlare di violenza sulle donne.

Non vogliamo annoiare nessuno con dati, statistiche, fatti di cronaca, anche perché se vi fosse fregato qualcosa, li avreste già letti ieri nei post delle testate online, dei vip, degli influencer e anime belle di tutto il Paese (che poi è un attimo che la discussione precipiti in uno zerovirgola trascritto sbagliato e ci tocca cancellarvi il commento, maledetti pignoli).

La violenza sulle donne è una roba brutta.

Ecco, lo abbiamo detto. Così siamo a posto con la coscienza e ne riparliamo il prossimo 25 novembre.

Sì, ma mica solo perché fa male. Perché spaventa e a volte uccide. La violenza subita da persone che si amano è una roba brutta perché ti trasforma in una persona peggiore. Perché una vittima non resta mai solo una vittima a lungo.

Che ne siate consapevoli o meno, l’idea benpensante e un po’ borghese del “ciò che non uccide fortifica” non funziona sulle vittime di abusi. Forse non vi trasformerà a vostra volta in violente, non necessariamente gonfierete di botte i vostri figli, ma è possibile che imparino la lezione sbagliata su come sia normale trattare le donne. Non è neppure detto che una volta sfuggite da una relazione tossica vi infiliate in un’altra (come in realtà spesso accade), ma quella paura resta proiettata indelebilmente su un compagno senza colpe.

Magari non imparerete ad odiare gli uomini, generalizzando su tutto il genere maschile, ma nemmeno ad amare le altre donne, se sopportano gli abusi o peggio, se a loro questo non accade. Probabilmente non farete nulla di male, se non a voi stesse, ma proverete comunque a giustificarvi per ciò che avete subito. E se, nonostante tutto, riuscirete ad uscirne illese fisicamente, emotivamente e mentalmente, nessuno vi darà una medaglia.

È importante da capire che nel rapporto fra la polarità maschile e quella femminile si racchiude, simbolicamente, l’intero universo. Un universo fatto di contrasti ed armonie, incomunicabilità e al contempo empatia, lotta e imprescindibilità; fatto di bellezza e brutture, di razionalità ed emozioni. Un universo composto da infinite sfumature, come la vita stessa.

Quindi, care amiche, questo articolo è per voi. Se lo state leggendo probabilmente seguite la pagina dell’Associazione Aurora e lo fate perché credete che per costruire un mondo migliore servono persone migliori, non ferite, non traumatizzate, non mortificate, non spaventate.

Questo articolo è scritto da una donna per le donne. Una che ha dovuto rattoppare qualche ferita, una che non ha mai avuto paura di subirne né di infliggerne, ma avrebbe potuto.
Essere deboli non è una colpa, ma diventare forti è una responsabilità verso noi stessi e gli altri.