Tornano con una mostra le iniziative pubbliche dell’Associazione Aurora
Tra TERRA E CIELO è una mostra artistica che vuole essere cura per l’anima, ambizione e combinazione questa che emerge proprio dal luogo in cui si forma, in cui nasce: l’Umbria. Essa è Terra mistica per eccellenza, meta prediletta di pellegrini e viaggiatori, protagonista di una spiritualità anche laica grazie a quel rapporto intimo ed esclusivo con la natura. L’intreccio tra spiritualità, laicità, sacralità e natura emerge e si fonde fortemente nell’itinerario artistico che la mostra e le opere realizzano.
Si può parlare appunto di” itinerario” per il carattere interdisciplinare che è proprio di questo progetto, infatti l’esposizione comprenderà 3 opere: due dipinti ed una scultura su marmo in bassorilievo. Già solo lo stile delle opere travalica diverse tecniche e concezioni artistiche e introduce in un percorso che avvicina ad una profonda completezza. Unendo a ciò l’ambiente, il luogo e la forma scelta per realizzare il progetto si attraversa concretamente il percorso esistenziale dell’uomo. Alla ricerca di emozioni che catturano l’anima, non possiamo rimanere indifferenti all’ambiente che circonda il tutto e genera quel rapporto dell’uomo con la natura che proprio in Umbria trova il suo carattere più sincero e verace ed al contempo profondo e stretto. Nell’ambiente della valle Umbra, tra uliveti infiniti, montagne, boschi, fiumi, laghi e fonti, le persone camminano guardando in aria come è nella natura dei frati e dei contadini, ma non c’è pericolo che cadano. Sono infatti abituati a considerare il cielo come un riflesso della terra, dei loro campi e delle loro vigne. Molte di loro sembravano eremiti sbucati allora allora dalle spelonche e dalle selve spoletane. È questo il luogo perfetto per dar forma ai pensieri, ad opere e a varie riflessioni. È qui che la vita scopre i suoi tempi, le sue sfumature e le sue alternative.
Si tratta al contempo di un omaggio a San Sebastiano in una chiave di lettura che supera la contemporaneità ed anticipa nelle figure un lontano futuro dove perfino le sembianze dell’uomo sono cambiate, ma non è cambiato il suo rapporto con il divino. Anticipare un così lontano futuro vuole avere anche la funzione di una dimenticanza delle umane miserie attuali, è un messaggio d’evasione in una nuova visione metafisica. Il progetto nasce dall’idea di valorizzare il territorio, le sue genti e le loro produzioni tramite un approccio che è sintesi tra il lato metafisico ed il carattere materiale della contemporaneità. Si intende, però, anche avanzare una critica nella forma di ragionamento ad alta voce. Troppo spesso, infatti, siamo ormai abituati ad osservare luoghi e opere in maniera multimediale e distaccata, a passare velocemente e con superficialità sulle piccole cose, sui dettagli. In questo modo, però, rischiamo di dimenticare che proprio i dettagli e le piccole cose, tutti insieme, determinano effettivamente la grandezza della vita. E non è una scelta casuale neanche quella del luogo della mostra, la piccola chiesa Oratorio di San Sebastiano adagiata sommessamente al lato della Secolare Flaminia. Infatti, Il piccolo sito sacro fu eretto dalla comunità di Campello Alto come voto di ringraziamento per lo scampato pericolo della peste che colpì queste aree negli anni fra il 1522 e il 1527. Una Analogia questa di non poca importanza data l’ultima e contemporanea sfida collettiva, la pandemia globale dovuta al virus influenzale Covid-19, che stiamo affrontando.
La mostra, in una forma statica, semplice e sobria, vuole essere un ritorno alle radici, al peregrinare lento alla scoperta degli angoli perduti della nostra quotidianità. L’omaggio è alla chiesa che prende il nome da San Sebastiano e a tutta la città invitata a riflettere sul messaggio di umanità di cui da sempre il martirio si fa metafora. E’ da queste considerazioni che nasce questa idea che, elaborata ed arricchita dall’esperienza personale ed artistica dell’autore, cerca di ricreare un collegamento tra la terra e il cielo, rapporto forse necessario oggi più che mai.