Alla ricerca delle nostre glorie e dei nostri sogni!
Alla ricerca delle nostre glorie e dei nostri sogni!

Alla ricerca delle nostre glorie e dei nostri sogni!

Di: Yuri Di Benedetto

Un nuovo anno sta per iniziare, le ultime ore del 2017 ormai appartengono già a ieri, ed ecco che sento la necessità di fare un piccolo bilancio, quasi più personale che collettivo, ma neanche di bilancio si dovrebbe parlare, è più giusto parlare di un riportare l’ordine mentale necessario, ogni nuovo inizio lo esige. La nostra giovane associazione entra nel 2018 nel suo terzo anno di età, ma sicuramente è qualcosa che va portato in alto con orgoglio perchè riempe le nostre esistenze, ci traccia un percorso, ci dona una visione, ci fa sentire utili. In questi anni abbiamo visto una lenta e costante evoluzione, individuale e collettiva e sono stati anni difficili, duri, solitari e anche l’anno che verrà anche se già carico di grandi e nuove novità sarà certamente un altro anno duro. Per questo voglio essere onesto, non è facile fare quello che facciamo, quotidianamente, si tratta di un atto di forte coraggio, che presenta controindicazioni come tutte le scelte radicali: chi lo compie sa che con la tenacia, la fatica e la volontà ha osato sfidare gli dei intoccabili del nostro tempo. Tuttavia, piaccia o no, è l’unica soluzione che garantisce almeno un risultato, un privilegio: la libertà. Ragionare in questi termini oggi è già difficile, ancora più difficile ragionare e sopratutto agire in linea con il proprio pensiero nella provincia italiana del XXI secolo, li dove il difficile diventa impossibile e qualsiasi avventura genera un’epica esistenziale, fecondatrice di ogni grande cambiamento. Sto scrivendo per me stesso ma nello scrivere mi rivolgo a tutti i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che hanno collaborato con noi, hanno passato parte del loro tempo, sono stati protagonisti di singoli episodi, a quelli che sono rimasti e a quelli che se ne sono andati, come è naturale che sia. Questo scrivere è un’ operazione essenziale è vedersi dentro per farsi leggere fuori. Fissare un concetto, un’idea, per stabilire i contorni della propria visione. La nostra idea di azione si quella in atto presente, sia quella passata ma sopratutto quella futura è facile da descrivere, si potrebbe riassumere nel cercare di squarciare con ogni mezzo necessario la passività. Oggi siamo portati a credere che questa nostra realtà è comunque il migliore dei film possibili o che almeno in esso sono da ricercarsi le scene più belle, che diano un senso di piacere al tutto. Noi invece, pensiamo ma sopratutto vogliamo rifiutare il film in toto e combattere contro quella brutta “cinematografia” che lo produce, nella migliore delle ipotesi diventando noi stessi produttori di nuove pellicole. Il film, nella nostra metafora, è la vita stessa. Questa visione è quella di riuscire a costruire con una sforzo collettivo una realtà che porti ad elevare e migliorare ogni giorno la nostra esistenza. L’Associazione Culturale Aurora non nasce dal nulla, ma dalla sintesi di esperienze personali, messe in relazione tra loro. La lucidità di questo percorso serve a riattivare la costruzione di una potenza positiva in divenire, specie se prima di tutto questa costruzione è vita vissuta, carne, sangue, cuore e spirito. Parlando di esperienze personali vorrei e qui entra il sentimentalismo di chi scrive, riuscire a far sentire nei vostri cuori quello che provo io. Succede a volte che quando chiudo gli occhi vedo un paesaggio oscuro con pietre, rocce e montagne sull’orlo dell’infinito. Nello sfondo, sulla sponda di un mare nero, riconosco me stesso, una figurina minuscola che pare disegnata col gesso. Questo è il mio posto d’avanguardia, sull’estremo limite del nulla: sull’orlo di quell’abisso combatto la mia battaglia. Ho sempre inteso la vita come una lotta, un continuo e perenne combattimento, milito politicamente da quando ho 15 anni e ormai ne ho 25, ho passato molte esperienze diverse e se ho deciso di intraprendere questa meravigliosa e folle avventura è perchè sono convinto che per produrre un cambiamento che non duri l’innamoramento di una sera, bisogna educare corpo e mente in un processo pedagogico più ampio. L’aver voluto aprire una libreria, un’associazione è sopratutto un’atto d’amore, c’è uno mio personale e smisurato amore in ogni gesto, pensiero e azione e situazione, amore per i libri, per le loro storie, per la loro estetica, per l’uomo e le sue opportunità per la loro funzione sociale, per la ricerca costante di un miglioramento. Certo è vero che ricercare e vivere con forza la passione nella vita quotidiana, negli ideali, significa per forza di cose essere ingiusti, parziali, senza scrupoli, violenti e contraddittori. Si è insolenti come tutti quelli che amano e odiano e non si vergognano né dei loro amori né dei loro odi. Fra le tante definizioni o meglio descrizioni prediligo quella di un approccio molto fisico e concreto alla questione della cultura. Perchè se si cerca la cultura, il sapere, si deve sopratutto amare, adorare la vita nella sua colorata e tumultuosa varietà, si deve cercare di conoscere, studiare e far proprie tecniche, idee e storie, per esprimerle in tutte le loro bellezze, estetiche e sportive, sociali. Questo approccio però rifiuta il concetto stantio, pesante, elitario, delle torri d’avorio dell’arte e della cultura italiana, significa quindi rigettare ogni logica pessimista, il finto neutralismo della cultura, il tradizionalismo da chiesa e da giornale patinato, il culto dei libri, delle biblioteche e musei, rinchiusi in grigie stanze senza capire, che la migliore forma di amore verso tuttò ciò è quella di renderla opera viva, ogni giorno e non grigia routine per guide turistiche. Aprire una libreria, guidare un’associazione di questo di questo tipo oggi significa essere armati di coraggio temerario e innamorati d’ogni passione, significa arricchire l’arte e la sensibilità culturale col succo e colle vibrazioni di una vita impavidamente osata, vissuta, goduta. Significa costruire, significa creare vivendo, significa infine dare forma a noi stessi e al mondo. Ecco quindi che conoscere l’Aurora significa questo, lanciarsi alla conquista dei propri sogni, scoprendo che non si è soli. Tutti i nostri progetti sono prima di tutto un nuovo linguaggio in azione, la Libreria, la Radio, la Stella Rossa le tantissime iniziative, e altri progetti ci rendono portatori di un linguaggio nuovo nel nostro contesto, dobbiamo ri-iniziare a parlare un linguaggio dimenticato e che, quindi, deve essere di nuovo inventato. Perché le parole sono armi al servizio delle idee. Il ragionamento sul linguaggio, il discorso sul discorso, non è ozioso, poiché la lingua fa la storia. Parlare in un dato modo, anziché in un altro, significa costruire un certo universo culturale al posto di un altro. In virtù di ciò, quello che ci occorre è una sintassi nuova, attorno alla quale articolare un discorso che per ora sappiamo solo balbettare. La reinterpretazione del linguaggio esistente implica uno stravolgimento degli schemi così che ogni significato, ogni concetto che può essere considerato “comunemente condiviso” sulla base di un accordo sociale tra le persone, può essere ribaltato ed assumere nuove forme, se strappato all’opprimente morsa delle norme culturali. A questo punto si avrà una rinascita, una purificazione trascendentale dello stesso che, finalmente libero da ogni forma di viziatura, potrà essere ricreato. Non dobbiamo avere paura né imporci limite alcuno nell’attingere da riferimenti culturali -anche non convenzionali per la nostra tradizione- concetti e parole che solo apparentemente sembrano non appartenerci, ma prendere violentemente tutto ciò di cui abbiamo bisogno e violentemente distruggere l’interpretazione esistente alla quale sostituirne una nuova, migliore, più nostra. Beninteso: il compito è tutto in divenire. Un’opera di costruzione da portare avanti, un’opera Titanica, ed è ciò che potrebbe, vorrebbe e dovrebbe essere. E’ un’esortazione più che un augurio, ci sono programmi, progetti, speranze, riflessioni e volontà. Cosa aspettare allora? Andiamo! alla ricerca delle nostre glorie e dei nostri sogni, brindiamo e alziamo le coppe al cielo! Che questa lunga avventura non finisca mai, tra sogni e progetti che il Mondo noioso non ci consegna!