Perché il Pontificato gesuita non ha realizzato il suo obiettivo
Perché il Pontificato gesuita non ha realizzato il suo obiettivo

Perché il Pontificato gesuita non ha realizzato il suo obiettivo

Di A. P.

Il grande tentativo gesuita di rimodellare e riformare il mondo, che prese concretamente avvio nel 2013 dopo una lunga preparazione, è certamente fallito. Uno stato mondiale gesuita, post-antropologico, inclusivo, aperto, senza nazioni e frontiere, di sole entità migranti e liquide è stato frontalmente colpito, ancora prima che prendesse sostanzialmente corpo, da popoli e nazioni armate, in resistenza disperata e finale per la tutela del proprio diritto all’esistenza e alla vita di fronte ad ideologie violente e furiose che ne mettevano in discussione l’esistenza.

La Cina del Presidente Xi Jinping, la civiltà su cui il gesuitismo ha sempre covato i propri maggiori sogni strategici, sembra sempre più radicata nelle proprie tradizioni e nella propria identità. Gli stessi Stati Uniti cattolici, o ancor meglio cristiani, paiono ora avviati verso la pratica di un nazionalismo populista, sia esso politico o meramente antropologico, molto distante dai presupposti di civiltà del gesuitismo universalista e indifferenziato. L’India e la Russia nemmeno a parlarne. Il gesuitismo che sin dalle origini vide nell’Ortodossia russa il grande avversario, negli anni di Bergoglio vide chiaramente in questa un pericolo ben minore rispetto a taluni razzismi etnici risorgenti con la benedizione dell’Europa; da allora il Pontefice, con notevole lungimiranza, cercò un contatto costante e continuo con il patriarcato di Mosca, mettendosi di traverso a taluni ambienti che sino a allora lo avevano sponsorizzato.

Come ricordiamo, venne al riguardo più volte oscurato e silenziato da questi media disonorati e fasulli che ora piangono le loro solite false lacrime per la sua dipartita. Le false lacrime di questi media, ormai del tutto screditati, non oscurino perciò la notevole grandezza di un metodo e di una scuola, quali quelli gesuiti, che hanno negli anni di Bergoglio saputo porre al centro, almeno per talune fasi di questo pontificato, esigenze e dinamiche che il mondo occidentale credeva superate o inessenziali. Nonostante questo, la sfida post-antropologica gesuita non ha centrato in modo stabile e radicale l’obiettivo. Per cui la Chiesa, la cui flessibilità realista non è seconda a nessuno, dovrà di nuovo cambiare velocemente strategia qualora voglia giocare ancora un ruolo decisivo nella realtà contemporanea.

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